Bloody Fences! Virginia, agosto 1864

Torniamo a bomba dopo la breve pausa estiva (ahem..) con il report di uno scontro della guerra civile americana, giocato con Fire and Fury Regimental. Yeee-aah!

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Nell’estate del 1864, a parte dell’esercito confederato stanziato a difesa della capitale sudista Richmond fu ordinato di avanzare in direzione della capitale Unionista Washington D.C. per fare pressione sulle forze nordiste lungo il fronte e permettere uno sfondamento sul fronte principale in Tennessee. All’inizio l’avanzata fu semplice, non aspettandosi i Nordisti un’avanzata diretta sulla loro capitale, ma questi furono rapidi nel reagire ed inviarono un esercito di riserva a bloccare i confederati mentre giungevano i rinforzi da ovest. I due eserciti si scontrarono nei pressi di Centreville, Virginia.

La battaglia partì subito con uno stallo. Sia i Nordisti che i Sudisti si erano trincerati su due alture poste una difronte all’altra e nessuno dei due voleva fare la prima mossa. Questo, fin quando all’alba del 16 Agosto 1864 le vedette Unioniste non avvistarono una Divisione Confederata in colonna d’attacco dirigersi verso il loro fianco sinistro. Il comandante della divisione Nordista posta a difendere quel fianco inviò subito staffette al comando generale per richiedere rinforzi, ma questi non sarebbero arrivati prima di mezzogiorno. I Nordisti dovevano contenere l’urto nemico fino ad allora e poi passare al contattacco.

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Questo è il campo di battaglia, diviso in due da una strada che porta dritto a Washington D.C.; Le forze Unioniste si attestarono sul lato ovest della strada, quelle Confederate sul fianco est. Obiettivi di questi ultimi erano lo sfondamento del fiano Nordista come compito principale, assicurarsi il controllo del ponte a Nord per poter poi proseguire verso Washington D.C. come secondario e infine mantenere il controllo della strada centrale per poter trasportare in fretta i rifornimenti necessari al futuro assedio.

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Comincia la battaglia. Le forze Unioniste, già in superiorità numerica, si attestano sulle colline che si affacciano direttamente sulla strada, portando a tiro i loro cannoni e occupando una piccola fattoria nei dintorni.

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Nel Frattempo, le prime brigate confederate giungono sul campo all’estrema sinistra del fianco Nordista, tentando di raggiungere la massa critica necessaria allo sfondamento. Cercano riparo dietro una collina per il tempo necessario allo schieramento. Schierati in prima linea, ci sono gli Zuavi della 1° Brigata Confederata, pronti a bagnare le loro baionette nel sangue nemico.

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Completato lo schieramento sulla collina, i Confederati notano che i Nordisti si sono trincerati dietro delle staccionate e li attendono con i fucili spianati. L’uso esagerato delle staccionate come barricate improvvisate darà in seguito il nome a questa battaglia.

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Non aspettandosi che i Nordisti occupassero così in fretta posizioni facilmente difendibili, il comandante sudista decise di aspettare l’arrivo della 3° Brigata per cominciare l’attacco vero e proprio. Nel frattempo, decise di impegnare i nordisti in un blando scontro a fuoco tra postazioni trincerate.

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L’atteggiamento attendista del generale confederato permise ai Nordisti di portare in campo la prima delle brigate mandate a rinforzare la loro ala sinistra, aumentando lo squilibrio di uomini e artiglieria sul campo. Il tutto, mentre un reggimento di Cavalleria, dopo aver smontato da cavallo, si attestò dietro una staccionata per rallentare le forze nemiche.

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Il tempo passò in fretta e verso le 10 del mattino, dopo diversi scambi di colpi a distanza, il comandante della 1° Brigata ricevette l’ordine di assaltare le posizioni nemiche. Sopprimendo i Nordisti con l’artigliera e con i reggimenti di fanteria di riserva posti sulla sommità della collina, i reggimenti di Zuavi e di fanteria veterana ebbero facilmente la meglio sui pochi Nordisti schierati sulla linea avanzata del fronte respingendoli. Ciò permise alla cavalleria confederata di avanzare e di portarsi sul fianco nemico, mettendo ulteriore pressione sul nemico. Quest’azione guadagnò ai Sudisti la conquista del ponte verso Washington D.C..

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Nel frattempo, al centro di entrambi gli schieramenti, le forze sudiste si attestarono anche loro dietro una staccionata e scambiarono per diverso tempo colpi a distanza con il nemico, supportati dall’artiglieria ora libera dal dover supportare la carica sull’ala destra confederata. I Nordisti risposero con un forte cannoneggiamento sulla collina occupata dal nemico, ma riuscirono ad eliminare un solo cannone su 8.

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Stanchi di rimanere sulla difensiva, i Nordisti tentarono un colpo di mano nel centro esatto dello schieramento confederato, proprio tra la 2° e la 3° Brigata. Ciò costrinse i Confederati ad arretrare di qualche iarda, ma mise in serio pericolo le forze nordiste inviate all’attacco, che ora esponevano un fianco al nemico.

A smuovere ancor di più la situazione, giunse sul campo, verso le 11:00, la 4° Brigata sudista che non perse tempo e caricò il fianco destro nordista tenuto dalla neo arrivata 4° Brigata Nordista, facendo arretrare il nemico di molte centinaia di metri e guadagnando parte della strada. Nel frattempo  la cavalleria Unionista dovette arretrare per evitare di essere ingaggiata dalla fanteria sudista.

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Alle ore 12:00, proprio quando sembrava che i Confederati stessero sul punto di mettere in rotta l’intero fianco sinistro Unionista, giunse la 5° Brigata Nordista, con forze fresche e numerose. Essa venne schierata sull’ormai sfondato fianco sinistro dello schieramento, pronta a respingere le forze Sudiste che ormai minacciavano l’aggiramento delle forze centrali.

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In vista dell’arrivo della nuova minaccia, il comandante della 1° Brigata Sudista decise di non avanzare oltre e dopo aver respinto gli ultimi rimasugli della 1° Brigata Nordista, fece attestare le sue forze nelle vecchie posizioni nemiche, inviando la cavalleria in una missione suicida per attirare l’attenzione della 5° Brigata Nordista e far guadagnare tempo all’intero esercito.

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Spinti dalla fretta di sfondare prima che la 5° Brigata Nordista si attesti e vanifichi ogni sforzo compiuto fino ad allora, i fanti delle due Brigate Sudiste impegnate al centro caricarono il nemico alla baionetta, ma furono respinti decisivamente dal nemico.

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Anche sul fianco destro Nordista dopo diverse cariche e controcariche si arrivò ad uno stallo, nonostante i Confederati avessero respinto il nemico di quasi un kilometro ormai. Il terreno impervio ostacolò l’avanzata sudista e contribuì a far perdere loro lo slancio.

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Con l’arrivo della 5° Brigata Nordista, lo stallo sul fianco destro Unionista e il fallimento della carica Confederata al centro, il comandante sudista si rese conto di aver perso lo slancio e, nonostante avesse guadagnato parecchio terreno, non era riuscito a mettere in rotta l’esercito nemico, fallendo così l’operazione. Entrambe le forze si ritirarono per riorganizzarsi e occuparono le posizioni di partenza, pronte a darsi battaglia l’indomani. La battaglia di Bloody Fence si era conclusa, lasciando sul campo centinaia di morti e feriti e decine di metri di staccionate insanguinate.

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